lunedì 31 marzo 2008

UN PO' DI DELUSIONE...

La mia Vola Ciampino di ieri si e' chiusa lasciandomi un po' di delusione. Il primo obiettivo del 2008 era di migliorare le prestazioni dello scorso anno e questo doveva essere il primo riscontro.
Avevo deciso di partire tranquilla per poi utilizzare le ultime energie nella seconda parte di gara e cosi', dopo i primi metri camminati per l'impossibilita' di fare altrimenti, cerco di trovare il passo. Ben presto pero' mi rendo conto che non sarebbe stata una gara facile. Il caldo si fa ben presto sentire e tutta quella salita me l'ero proprio dimenticata; non era di certo ripida ma lunga e costante. Come al solito a meta' gara mi trovo ad incrociare i primi che si avvicinano all'arrivo tra i quali c'e' come al solito il nostro top runner Angelo.
Finalmente il ristoro: prendo una bottiglietta d'acqua e la uso quasi tutta per rinfrescarmi. Mi sembra di stare meglio ma la parte piu' brutta del percorso deve ancora venire. Vedo Luigi, Francesco e Alessandro che fanno la spola avanti e indietro e non riesco a capirne il motivo (scopro poi che hanno accompagnato Claudia: grandi!!). Gli ultimi tre km sono per me terribili; le gambe sono due macigni e quando vedo Andrea che mi viene incontro all'ultimo km, ringrazio il cielo perche' e' uno stimolo in piu' a tener duro.
Mi resta un briciolo di energia per sprintare ma la vista del display con il tempo mi lascia un po' di delusione....

martedì 25 marzo 2008

“IN HOC SIGNO VINCES!”

Un post per raccontare le emozioni vissute dalla nostra Regina delle maratone...


Alla fine della maratona di Valencia avevo cominciato a scrivere le mie emozioni per raccontarle agli altri, ma non le ho mai inviate; anche questa volta ho lasciato passare una settimana prima di trovare il momento giusto per esternare l’insieme di emozioni che un “viaggio” come una maratona può provocare.
Questa mattina, grazie ai potenti mezzi del web ho fatto vedere qui a Treviso a mamma le foto e il filmato di Roma, e le foto di Valencia.
I miei arrivi con “la bandiera”.
A Valencia ero partita con molte perplessità: il venerdì era stata una giornata un po’ difficile: lasciare da soli Riccardo e Chelsy, non andare a far compagnia il sabato a mamma, non portare in villa Greg, e tutte quelle cose per le quali noi donne tendiamo a rinunciare a cose che soddisfino solo il nostro piacere.
E poi la preparazione, dal punto di vista fisico, ero stata attenta a fare, come dice Ivo, almeno 50 km alla settimana, ma senza seguire un programma serio. Un solo lungo di circa 30 km e qualche mezza maratona. Mi ero posta come obiettivo di stare sotto le 4 ore e trenta e quindi 9,5 km all’ora ma non ero sicura sulla mia capacità di tenere la velocità costante.
Alle 5 di pomeriggio, dopo aver un po’ corso con Greg in villa, Riccardo ci porta all’aeroporto dove incontriamo Ivo con il gruppo di Velletri, Filippo, Luigi, Fabrizio e Daniela e dove dopo un po’ ci raggiunse la nostra reporter Marina.
Man mano che passa il tempo la tensione cala e mi sento sempre più “in vacanza”e pronta a pregustarmi quei momenti associati alla corsa che mischiati tra cibo e buon vino rendono queste occasioni momenti unici di piacevole amicizia.
E poi Valencia, le previsioni davano bel tempo per il sabato, pioggia domenica, e invece io rimango colpita dalla luce, è veramente speciale, da l’impressione di illuminare molto di più del solito anche se attenua i colori. Ivo ogni tanto mi prende in giro, mi dice qui siamo tutti del Velletri e della Tusculum, tu che centri? Ma lui non lo sa, non sono sola, mi arrivano dei messaggini molto speciali Jackie, Teresa, Ivana, Anne Marie il presidente…..
Nel pomeriggio comincio a preoccuparmi, ma il presidente a cui invio un sms dubbioso mi rassicura e mi manda il messaggio: “in hoc signo vinces!”.
La Bandiera!!!!!!!!!!: Come la porto? Provo ad infilarla nella tasca dei pantaloni, non entra. Me la rotolo intorno alla vita, non ci si riesce, la metto dentro i calzini: si perde. Idea: sacchettino di panno arancione da legare al polso dove inserire oltre alla bandiera anche l’IPOD. Ottima idea.
Se funziona la proporrò al presidente. Provo, da fastidio. Nuova idea: me la lego ai pantaloni con degli aghi da balia. Perfetto. Carlo mi guarda molto perplesso, non discute sulla bandiera diventata ormai la mia coperta di Linus, ma su come sto ipotizzando di portarla.
Si parte. 300 metri, il dondolare del sacchettino di panno causato dal naturale movimento della corsa, apre gli aghi che iniziano a pungere. Prendo il sacchettino in mano e medito sul da farsi, tenerlo in mano per 40 km è piuttosto disagevole, al 10° km incontro Marina gliela do’ ricordando di ridarmela al 31°, nostro ultimo appuntamento.
La maratona di Valencia, non è bella, non si corre in città come a Roma, Venezia e Firenze, più volte si incrociano i percorsi e si corre con i più bravi, ma io devo arrivare, ho la bandiera, una missione da compiere... Al 31° incontro Marina, mi ridà la bandiera che tengo in mano senza sacchetto. Percorro i rimanenti 11 km con l’IPOD che non funziona in una mano e la bandiera a darmi forza nell’altra. L’arrivo nello stadio, apro la bandiera e mi viene da piangere, io questa volta avevo una marcia in più.
Roma, anche questa volta la partenza è difficile, una settimana prima la febbre, una debolezza infinita, la tosse. Tutti mi sconsigliano di farla ma per fortuna c’è maestro one che mi incoraggia e anche mi cazzia… Carlo mi dice di essere cauta, ha corso Valencia con la febbre e non si è ancora ripreso, pensa di percorrerne solo un pezzo.
La mattina appuntamento per la foto, Carlo vorrebbe partire più tardi ma si sacrifica, alle 7,30 io ho la foto ed è la foto della Maratona di Roma. So che sarà difficile, ma io ho due marce in più: la bandiera e Ivana che oltre a portare la bandiera nel suo marsupio dal 27 km mi permetterà di trasferire su di lei parte delle mie ansie.
Vicino all’arrivo ho un altro appuntamento, il presidente mi dovrebbe dare un palloncino arancione da liberare dopo il traguardo.
Mi piacerebbe stare sotto le 4,30 come Valencia, ma sono pronta ad accettare tutto, mi hanno detto che Roma è difficile e in più ho paura dei miei limiti. Prima mezza 2,10 ma durante il percorso ci sono stati dei momenti in cui ho avuto paura di andare troppo forte, il cardio non mi ha aiutato a trovare il mio ritmo, al 12° incontro Ivana che mi ha affiancato fino al 15°, nel suo marsupio aperto avevo intravisto il “signum” per cui mi era comunque chiaro che non potevo mollare. Seconda parte, mi monta la paura della crisi, rallento, ho i crampi alle dita dei piedi ma sono più che sopportabili, ho solo paura della crisi dopo il 26° quando incontro Ivana glielo dico ma lei mi incoraggia, dal 15 fino al 30 c’è anche il mio “amico” Riccardo che ci segue in bicicletta, mi sorride e mi incita.
Ci superano i palloncini del 4,30, non me lo aspettavo ma non ho “la testa” per ripartire, ho paura che la febbre della settimana prima mi presenti il conto. Incontriamo Grazia, Daniela, la moglie di Nando, il marito di Mirella, Alberto, Luigi e i genitori di Andrea… Circo massimo, ora non ho più paura le forze ci sono, cerco Fausto non lo vedo, capisco che sarebbe stato comunque complicato, ma la bandiera c’è. Ivana me la passa, mi prende lo stesso nodo in gola di Valencia. Anche questa avventura si è conclusa, e vedo Carlo ad aspettarmi, è la prima maratona che mi vede arrivare e glielo rinfaccio sempre. Ha corso tutta la maratona con Massimiliano, è soddisfatto, non si era dato target di tempi e già percorrerla tutta è stato cogliere un obiettivo. C’è Alessia come mi aveva promesso. Ci facciamo le foto con Carlo, con Ivana, con uno straniero ma il Segnum è li a testimoniare che la squadra c’è, anche quando si è soli come a Valencia o in tanti come a Roma: Ti dice che c’è un gruppo che ti capisce, che ti sostiene e incoraggia e ti stimola a migliorare.
A proposito maestro one come si deve gestire la paura? Mi aiuti a capire qual è il punto giusto oltre al quale non si puo’ osare ma fino a dove si può arrivare? Lo vuole sapere anche Ivana
Fausto il prossimo anno ci organizziamo con i palloncini? Ciao a tutti e grazie di avermi accolto così calorosamente tra voi.


Regina


giovedì 20 marzo 2008

RITORNO AL FUTURO!

Sono appena ritornato a casa per le vacanze di Pasqua e sono sorpreso nel leggere che già ci si stà organizzando per andare a Padova a correre la Maratona di Santantonio. Ogni volta che negli expò incontro lo stand della gara patavina istantaneamente mi viene un brivido che è un misto tra rabbia, dispiacere e voglia di riscatto. Devo confessare che questa mattina per un attimo mi son detto:"...perchè non riprovarci?..." Purtroppo per quest'anno non posso.
Lo scorso anno in quella maratona ho stabilito il mio record negativo, 4 ore 15 minuti e spiccioli, tutta esperienza.
La manifestazione è secondo me molto bene organizzata, ogni cosa è stata curata nei minimi particolari. Addirittura l'organizzazione mette a disposizione delle navette che ti portano dall'albergo fino a Vedelago, zona di partenza. Il percorso è piacevole, molto veloce e con pochissimi cambi di direzione; è in lieve ed impercettibile pendenza e dopo la partenza si passa in diversi paesi tutti posti in corrispondenza dei ristori. Qui l'atmosfera è bellissima, in ogni paese c'è una festa e gli abitanti son tutti li ad incoraggiarti e a fare il tifo per te come se fossi il primo, fantastico. Tra un paese e l'altro si attraversano dei campi tipici della pianura padano-veneta. Si arriva finalmente a Padova e dopo aver percorso circa due chilometri dentro il centro della città si arriva all'interno di Prato della Valle dove un tifo da stadio ti spinge per gli ultimi duecento metri. Emozionante!!!
Dove è stato il problema?
Già dalla mattina alle otto la temperatura era di 26° e l'umidità altissima. Risultato?
Non riesco a correre con quelle temperature, infatti ho avuto crampi dal 26°km. Ma la mia testardaggine mi ha comunque sorretto e l'ho terminata.
Mi piacerebbe tornarci, ma come ho già scritto non quest'anno con la speranza di trovare un clima migliore.
Per ora auguro a tutti una Buona Pasqua.


martedì 18 marzo 2008

SALITE, UMIDITÀ, SAMPIETRINI E VENTO

Quattro elementi che fanno quasi tornare in mente i quattro più famosi elementi aria, acqua, terra e fuoco, e che secondo me riassumono e caratterizzano la quattordicesima Maratona di Roma, una maratona molto dura e difficile da interpretare. I diversi saliscendi hanno affaticato non poco i muscoli; i molti tratti di sampietrini hanno reso irregolare l'appoggio del piede; il vento, a tratti forte contrario e freddo, ha creato non pochi problemi (per alcuni anche intestinali) ai corridori; l'umidità ha contribuito all'incedere dei crampi. Insomma in un'altra maratona chiunque avrebbe terminato la gara almeno cinque minuti prima e invece Roma non ha fatto sconti a nessuno, neanche ai top. Tuttavia la maratona di Roma rimane sempre affascinante. Sono ancora vive in me le immagini della partenza, un momento unico in cui con lo sparo dello starter si buttano fuori le tensioni, le ansie e le paure accumulate fino a qualche secondo prima, molto emozionante. È un momento unico anche per il luogo in cui ci si trova, immersi nella storia. Rivedendo il film della mia maratona posso dire di essere abbastanza soddisfatto di come sia andata. Mi ero posto come obiettivo di chiudere con un tempo al di sotto delle tre ore e quarantacinque e invece l'ho superato poi di due minuti. Non mi posso lamentare, considerando anche che la preparazione non è stata tanto accurata. Sono stato bravo e fortunato ad evitare i colpi di freddo e altrettanto bravo nel cercare di gestire e contenere al meglio i crampi che hanno iniziato a perseguitarmi dal 35esimo chilometro alla fine. Un ruolo importante l'ha avuto il pubblico lungo il percorso che incitava ogni corridore come fosse il primo. È stato bello incontrare facce amiche e sentire i loro incoraggiamenti, è stata una spinta in più. Ed un ringraziamento immenso va a Ivana, presente in diverse parti del percorso, sempre pronta ad incoraggiare tutti a superare salite, umidità, sampietrini e vento.

lunedì 17 marzo 2008

BRAVISSIMI...

Ieri mattina c'ero anch'io all'appuntamento con la maratona di Roma; il mio compito era solamente di incitare tutti quelli che conoscevo (e non...) e di accompagnare Regina dallo spugnaggio posto al km 27,5.
Io e Andrea ci siamo svegliati all'alba, forse prima; colazione, preparazione della borsa (c'era di tutto, non si sa mai...), ci siamo vestiti e siamo andati all'appuntamento con Giampiero fissato per le 6,40. Strada facendo si sono aggiunti Fausto, Fulvia, Teresa e Ezio. Alle 7,15, in anticipo sui tempi stavamo gia' al Celio dove era fissato l'appuntamento con gli altri. Eravamo un bel gruppetto e arrivati tutti, foto di gruppo e rito maori improvvisato da Fausto travestito da Mario Bonanno. E da li', via verso la partenza... Che emozione, quanta gente! In perfetto orario il serpentone colorato parte. Io li vedo passare per la prima volta al Circo Massimo. Incito quelli che riesco a vedere e vengo salutata da chi non vedo. Scatto qualche foto ma sono cosi' rapita da questo spettacolo che me lo voglio godere ad occhi aperti e non attraverso un obbiettivo. Li vedo passare tutti e mi trasferisco sul lungotevere in corrispondenza del 13esimo km.
Vedo passare Angelo, il nostro top runner, Mauro, Ugo, Jackie e tanti altri e quando arriva Regina mi metto a correre al suo fianco fino al 16esimo km quando il serpentone attraversa ponte Cavour. Aspetto un altro po' e mi trasferisco al 33esimo km. Passano i primi e poi il vuoto... Allora decido che forse e' il caso che vada all'appuntamento che ci eravamo dati io e Regina, alle spalle della moschea. Arrivo proprio mentre sta passando Fausto, impegnato nel suo lungo, e poco dopo Stefano, Giampiero e gli altri… In questo punto il clima che si respira mi fa un po' impressione. Non c'e' nessuno ai bordi delle strade che incita e tutta questa gente che passa in silenzio mi trasmette delle sensazioni particolari; sembrano tutti assorti nei loro pensieri e la fatica si percepisce dai loro volti in maniera inequivocabile. Arriva Regina, mi sembra felice e sorpresa di vedermi, mi aspettava un po' piu' in la'; invece del 27,5 sono al km 26... Le chiedo come sta, mi sembra un tantino sofferente, ma lo so' che e' una dura… Mi dice di essere un po' in crisi allora rallentiamo un pochino. Arrivano i pace-maker delle 4 ore e 30 e li lasciamo passare. Piano piano i km passano e si torna al centro della citta' dove ci attende tanto tifo ma anche i tanto odiati sampietrini. Non ci parliamo ma ho l'impressione che avermi accanto le faccia bene. Regina e' tornata ad avere un buon passo e mi sembra di essere io a faticare a starle dietro ma non posso mollare, sono li' per lei!! Cerco di non pensarci e mi distraggo guardando la gente. Vicino all'Ara Pacis c'e' Daniela a fare il tifo, poi vediamo Grazia prima di imboccare via del Corso che ci chiama e saluta. Via del Corso sembra non finire mai. Non vedo l'ora di arrivare alla fontana di Trevi; quando Andrea mi raccontava le sue due maratone di Roma la parte che mi piaceva di piu' era sempre quella; una vietta stretta che poi si allarga e ti lascia intravedere quella meraviglia. Noto che come me tanti podisti-turisti stranieri si voltano a guardarla... Quando arriviamo a piazza Venezia Ugo e Claudia ci incoraggiano. Regina va' forte e io ho paura di non riuscire a seguirla allora preparo la bandiera; ho deciso che se proprio non ce la faccio le do' la bandiera e le dico VAI! Ma non mollo e alla fine arriviamo insieme ma a lei l'onore di tagliare il traguardo e di sventolare fiera il vessillo Orange. Grande Regina e bravissimi tutti gli altri che si sono comportati benissimo.




martedì 11 marzo 2008

IN BOCCA AL LUPO!

Mancano ormai pochissimi giorni alla Maratona di Roma. Mi collego sul sito della manifestazione e mi salta agli occhi la mascotte, "Pietrino",che sta a rappresentare i tantissimi sampietrini che coprono il manto stradale di buona parte dei 42.195 metri, soprattutto nella parte finale della gara. E' proprio questo "sasso" che mi fa tornare indietro nel tempo, esattamente al primo giorno del primo anno di Liceo, quando la temutissima prof di italiano si presentò assegnandoci un difficilissimo (per me ovviamente) compito per casa da consegnare per il giorno dopo. Dovevamo comporre un brano in cui dovevamo descrivere una relazione tra il binomio SASSO-STRADA. Mi ricordo che fu un pomeriggio drammatico, fino a quando aiutato da un'amica di famiglia riuscii a buttar giù qualche riga.
Oggi, mentre ci ripensavo, mi sono reso conto che quel sasso si sarebbe potuto chiamare Pietrino e che, a partire da Domenica pomeriggio, avrebbe potuto raccontare le ansie, le aspettative, le insicurezze e i dispiaceri, ma anche i sogni, le gioie, i record e il coraggio che ogni maratoneta porterà con sè lungo tutto il percorso della Maratona di Roma calpestando quei sassi e quelle strade che di storie ne potrebbero raccontare.
E' proprio ad ognuno degli oltre 14.000 partecipanti che voglio fare il mio in bocca al lupo.



lunedì 10 marzo 2008

DIECIMILA

Diecimila sono le visite raggiunte ieri dal nostro blog e diecimila sono i metri corsi ieri a Ladispoli...
Per quanto riguarda il blog e' necessario ringraziare tutti gli amici che hanno dato il loro contributo a rendere viva la bacheca. Prometto che noi continueremo a raccontarci ma voi dovrete continuare a leggerci e commentare...
Di Ladispoli posso invece dire che e' stata proprio una bella gara. L'ho corsa praticamente tutta in solitaria, io e il mio ipod. Mi sono sentita bene da subito cosa che difficilmente mi capita e ho corso tranquillamente senza particolari disagi. E' stato bello intorno al quarto km incontrare i primi gia' di ritorno, incoraggiarli e ricevere in cambio un cenno che lasciava trasparire tutta la fatica che invece si pensa che i primi non sentano. Ho sofferto un pochino il caldo verso la fine ma ho stretto i denti e sono riuscita a chiudere in 59 e qualcosa il che non e' un risultato ecclatante ma per me incoraggiante in virtu' delle buone sensazioni che ne ho ricavato.
Dopo la gara io e Andrea ci siamo messi in ammollo per qualche minuto al mare; non potete immaginare quant'e' fredda l'acqua!! ma decisamente mi ha fatto bene, mi sono sentita rinascere...
Questa e' una gara che decisamente mi sento di consigliare sia per il percorso piacevole che per la buona organizzazione in considerazione anche del fatto che in partenza c'erano oltre mille partecipanti.
Ora, come la maggior parte di voi, aspetto con ansia la Maratona di Roma; io la vivro' da spettatrice o, come promesso a qualcuno, da accompagnatrice dal 25° chilometro o giu' di li' ma nonostante cio' avverto l'adrenalina che si respira alla vigilia di un importante evento.
So che avete fatto tanto, vi siete allenati piu' che potevate quindi non resta che augurare un in bocca al lupo a tutti!!!

mercoledì 5 marzo 2008

MARZO

Domenica scorsa insieme a qualche amico della Running abbiamo approfittato della domenica ecologica per correre un bel lungo in preparazione delle diverse maratone primaverili. Avendo già fatto abbastanza lunghi in vista della maratona di Roma, decido di unirmi al gruppo per godermi il paesaggio. Partiti da Cinecittà, dopo un breve tratto di Appia Pignatelli e prima di arrivare nel centro di Roma, entriamo nel parco della Caffarella. Un luogo molto bello che, in questo particolare momento dell'anno diventa incantevole.
Siamo infatti alle porte della primavera e noi runners correndo all'aperto e correndo mediamente sugli stessi percorsi, più di altri, ci accorgiamo del passare delle stagioni. È bello vedere gli alberi e i prati fiorire e colorarsi di mille colori.
Questa varietà cromatica insieme alle strade del centro di Roma percorse domenica e il fatto di essere arrivati al mese di marzo mi hanno fatto venire in mente che ormai ci siamo. La maratona di Roma è alle porte, mancano circa dieci giorni. Gli allenamenti stanno diventando più leggeri, un pò per scaricare tutto il lavoro fatto per prepararci alla gara, un pò per paura di farsi male e mandare in fumo mesi e mesi di preparazione. Ormai si pensa solo alle ultime cose, come allo scarico dei carboidrati, al tempo che farà quel giorno, a cosa indossare, alla tattica di gara ed alla paura di non farcela. È proprio quest'ultima che spesso prende il sopravvento, ma ormai siamo a Marzo.