martedì 18 marzo 2008

SALITE, UMIDITÀ, SAMPIETRINI E VENTO

Quattro elementi che fanno quasi tornare in mente i quattro più famosi elementi aria, acqua, terra e fuoco, e che secondo me riassumono e caratterizzano la quattordicesima Maratona di Roma, una maratona molto dura e difficile da interpretare. I diversi saliscendi hanno affaticato non poco i muscoli; i molti tratti di sampietrini hanno reso irregolare l'appoggio del piede; il vento, a tratti forte contrario e freddo, ha creato non pochi problemi (per alcuni anche intestinali) ai corridori; l'umidità ha contribuito all'incedere dei crampi. Insomma in un'altra maratona chiunque avrebbe terminato la gara almeno cinque minuti prima e invece Roma non ha fatto sconti a nessuno, neanche ai top. Tuttavia la maratona di Roma rimane sempre affascinante. Sono ancora vive in me le immagini della partenza, un momento unico in cui con lo sparo dello starter si buttano fuori le tensioni, le ansie e le paure accumulate fino a qualche secondo prima, molto emozionante. È un momento unico anche per il luogo in cui ci si trova, immersi nella storia. Rivedendo il film della mia maratona posso dire di essere abbastanza soddisfatto di come sia andata. Mi ero posto come obiettivo di chiudere con un tempo al di sotto delle tre ore e quarantacinque e invece l'ho superato poi di due minuti. Non mi posso lamentare, considerando anche che la preparazione non è stata tanto accurata. Sono stato bravo e fortunato ad evitare i colpi di freddo e altrettanto bravo nel cercare di gestire e contenere al meglio i crampi che hanno iniziato a perseguitarmi dal 35esimo chilometro alla fine. Un ruolo importante l'ha avuto il pubblico lungo il percorso che incitava ogni corridore come fosse il primo. È stato bello incontrare facce amiche e sentire i loro incoraggiamenti, è stata una spinta in più. Ed un ringraziamento immenso va a Ivana, presente in diverse parti del percorso, sempre pronta ad incoraggiare tutti a superare salite, umidità, sampietrini e vento.

5 commenti:

Ezio ha detto...

Mi rivedo nella tua analisi, caro Andrea, sono convinto che il mio tempo sarebbe dovuto essere 3 ore 37 minuti come predetto da Orlando, lo sentivo mio, e fino al 36 c'ero dentro ma qualcosa e' andato storto e mi ha fatto perdere quei 5 - 6 minuti. Non c'e' rammarico, e' solo una fredda analisi della gara, sono veramnete felice col rammarico che la avremmo potuta fare insieme e forse ci saremmo potuti aiutare. Sull'Ostiense ti vedevo troppo arzillo e ho avuto paura a raggiungerti, comunque alla prossima!

Anonimo ha detto...

Il rammarico c'è sempre, perchè l'analisi a posteriori è molto semplice da farsi.La mente è lucida e tiene conto dello stato di grazia in cui si fanno certe considerazioni.Provate a tornare indietro a quei momenti di...sacrificio per mandare avanti le gambe, che non ne vogliono sapere di girare.
Soltanto la forza di volontà, la voglia di arrivare, perchè ormai mancano pochi KM, ci da la carica di continuare, anche se il carburante è terminato.
Ma questo si sa, succede ad ogni maratoneta, chi più chi meno.Le variabili in gioco sono molteplici e se tutte, quel giorno si combinano positivamente, allora sarà sicuramente una maratona come avremmo voluto che fosse,meno dura e con tempi soddisfacenti.
Credo comunque che ci possa ritenere soddisfatti dell'avventura trascorsa domenica.
Ciao

Alfredo

Anonimo ha detto...

Qui si parla della maratona di Padova, ricordo che Andrea l'ha corsa, mi farebbe piacere se ci facesse un'analisi della gara, una descrizione del percorso, non so se la data fosse la stessa ma ricordo delle difficoltà causate dal grande caldo...insomma, quando potrai, facci sapere qualcosa.
Un abbraccio ad Ivana il cui tifo a Roma è stato uno dei più entusiasmanti e calorosi!
Jackie.

ugo ha detto...

Caro Andrea,proviamo a fare una disamina della tua prestazione romana rispetto a quella di Firenze.
Indubbiamente tra le due vi è una differenza crono riconducibile ad un tempo,per noi tapascioni,compreso tra i 2 ed i 5 min a seconda delle caratteristiche individuali.
Firenze,però, è una 42 che offre, molto più spesso che Roma,variabili climatiche molto estreme,umidità,freddo,caldo, pioggia o tutto insieme.
Nel 2007 a Firenze l'ha fatta da padrone l'umidità, ed i crampi, a fine gara, erano il denominatore comune.Per te che venivi da un periodo di preparazione più concreto non è stato comunque difficile fare meglio di Roma ma ritengo che su entrambe le gare vi sia stata una notevole approsimazione in quanto a preparazione.
Se vi è un merito in questi onorevolessimi tempi fatti è sicuramente dato dalle tue notevoli qualità atletiche ed è su quelle che devi lavorare per portare i tuoi tempi ben al di sotto delle 3h e 30.Alle prossime!

Ezio ha detto...

la maratona di Padova, secondo la tabella altimetrica che e' sul sito e' una maratona in discesa...come la Tuscania-Tarquinia...ve lo ricordate Andrea e Jackie? Eppure quest' anno la riorganizzeremo in grande stile! Troppo forte!