LA REGINA DI VENEZIA
Subito dopo aver letto il bel commento di Jackie al precedente post, ho voluto pubblicare il bellissimo racconto scritto dalla nostra amica Regina all'indomani del bel risultato ottenuto nella Maratona di Venezia.
Venezia la mia prima maratona
Mi avessero detto 4 anni fa, che avrei fatto la maratona e che ne sarei rimasta molto soddisfatta, non ci avrei creduto. Ho cominciato a correre per caso, con il mio Greg, al Vivaro, a fronte di una provocazione di Carlo scocciato per le mie 30 e più sigarette e per la totale “immobilità” motoria.
La data del 28 di ottobre risultava da subito un po’ troppo a ridosso dell’estate e quindi molto difficile da preparare, ma Venezia per me ha un significato particolare: ci ho vissuto per 5 anni nel periodo goliardico dell’università, è vicina a Treviso. Avrei potuto condividerla con i miei fratelli e con la mia stupenda mamma. Ivo ci ha seguito durante tutta la preparazione con i consigli giusti, con sostegno ma anche evidenziandoci i rischi e le difficoltà. Alberto mi ha assicurato la sua presenza e poi venivano Filippo, Alessia e Fabrizio.
Il sabato mattina ci siamo incontrati tutti all’aeroporto, a Treviso, ognuno ha seguito la propria destinazione, io ho passato parte del pomeriggio a mostrare a mamma il percorso al computer, conoscendo bene la zona mi avrebbe potuto seguire mentalmente e stare vicino a me. Le faccio anche vedere il sito con gli auguri alle “ragazze” dai colleghi della Tusculum.
Domenica mattina, che emozione, che ci facevo io in mezzo a tutti quei veterani? Però mi sentivo a casa, molta gente parlava veneto, le società sportive facevano riferimento a posti che conoscevo bene.
Le regole ripetute mentalmente erano:
Partire piano, non farsi trascinare,
Bere poco e spesso, portare le favolose pasticche energetiche.
Trovare possibilmente qualcuno con il mio stesso ritmo.
Se arrivava la crisi ripetersi “mo passa”.
Non guardare il tempo ma il cardiofrequenzimetro, per paura ne ho indossati due.
Sparo, si parte, Carlo mi saluta, ora sono veramente sola, pronta a questa avventura, felice di avere un appuntamento magico al 25° chilometro con Alberto, questo pensiero mi aiuta molto perché mi permette di pormi un obiettivo intermedio.
Affianco quasi subito una coppia di Varese, mi sembra abbiano il mio stesso ritmo, la donna è anche lei alla sua prima maratona, al 6 km ci superano i palloncini del 4,30, mi chiedono se è il mio obiettivo, dico di no, importante è arrivare, mi piacerebbe prima delle 5 ore.
Al decimo vedo che il mio cardio supera i 150, li lascio andare, li ricupero poi e li supero al primo rifornimento.
Corro un po’ da sola, dopo aver salutato mio fratello e mia cognata tra il pubblico.
Dopo un po’ una signora di Asti mi si affianca, è passato molto tempo dalla sua ultima maratona, parliamo poco, ma corriamo affiancate, le racconto del mio importante appuntamento al 25 e un po’ mi invidia.
Per me è una continua emozione, percorro una strada a distanza di molti anni, senza macchine e con un pubblico stupendo, sapendo che mamma mentalmente è vicino a me.
Marghera, gli operai in cassa integrazione, un applauso va a loro, Mestre, Carpenedo, Piazza delle Barche, supero la mezza, ma Carlo mi ha detto che la corsa inizia al 30°.
I due cardio mi mostrano le pulsazioni, ma sbagliando ho bloccato il cronometro, non ho idea su come sta andando il tempo, dal 12° ho il solito dolore alla coscia, ma ho deciso di ignorarlo, prima o poi passerà.
Al 24esimo c’è il ponte della ferrovia; Alberto è lì mi aspetta, si presenta con la mia compagna di viaggio, mi racconta di aver visto Filippo, Ivo e Carlo, stavano bene. Carlo lo ha visto in forma.
Parco San Giuliano, è la parte che mi faceva mentalmente più paura, invece è bellissimo, si vede in lontananza la mia amata Venezia, il simbolo della mia libertà.
Ho paura del caldo, ma la temperatura è O.K.
Cavalcavia, la gente cammina, noi corriamo, siamo Castellani abituati alla salita.
33° inizia una distanza sconosciuta, il ponte della libertà, sono preparata, so che è lungo, me lo hanno detto tutti ma dall’altra parte c’è Venezia
Santa Marta, la dogana, le zattere, la calle dove lavoravo, il bar dove andavo a mangiare il panino a prezzo speciale per residenti; quell’atmosfera che mi ha sempre stregato. Mi sento molto bene e poi affianco a me c’è Alberto, so che se entro in crisi lui mi dirà cosa devo fare.
38° metodo Ivo: un chilometro per Riccardo, uno per Mamma, uno per Carlo, uno per il lavoro, i ponti, la gente che atmosfera, sto correndo senza più trattenermi, ma quanto lungo è il chilometro per Carlo, non è segnato il 41° e quindi lui si ruba il chilometro dedicato al lavoro, non c’è più tempo per il lavoro, sto arrivando, che faccio piango? Ecco gli amici che mi chiamano ed esultano con me, Alberto vicino a me, Alessia, un abbraccio, mi sento doppiamente a casa, e Carlo? Ho percorso il chilometro più lungo per lui e lui non c’è lo cerco consapevole che anche la prossima volta correrò per farmi vedere da lui all’arrivo e mi illuderò di trovarlo lì ad aspettarmi. Ha ragione mamma l’amore è ceco.
Grazie a tutti, Ivana sei la prima che ho chiamato, Alessia il mio primo abbraccio, Maria Grazia un pensiero vicino, Anna Maria con cui insieme abbiamo vissuto i primi 5Km a Ostia, i primi 10, la prima mezza, e spero vivremo la Maratona con la M maiuscola Roma, Filippo, Ivo Andrea, tutti, mamma per aver corso con me, nonna Rosetta per fare sempre il tifo, Riccardo che diceva che non l’avremmo fatta ma che ci ha accompagnato sapendo che per noi era importante.
Grazie Alberto sei una persona stupenda, correre con te mi ha trasmesso una serenità e sicurezza unica.
Per voi è una cosa normale, ma io sono molto felice di aver vissuto la mia prima maratona…
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