MA CHI CE LA FA FARE…
Quello passato per me e Andrea e’ stato un weekend allungato che abbiamo passato a Milano. Potevamo oziare per 4 giorni? Noooo!! E cosi’ sabato mattina, vestiti di tutto punto, siamo usciti. Inutile dire che, quello che raccontavo solo come luogo comune, si e’ puntualmente realizzato; la nebbia. Forse chi non ci e’ nato non potra’ capirlo ma correre in mezzo alla campagna in queste condizioni ha il suo fascino. Per chi e' abituato al sole ed al mare, la nebbia sara' sempre un dramma. Sara' sempre quella cosa che rende pericolose le strade, che mette solo tristezza. Mi piace quando e' fittissima, quando non vedi chi ti viene incontro neppure a 10 metri, quando ad un certo punto senti lo scalpiccio dei passi ovattato e vieni sfiorato da uno imbacuccato come te, che sente le tue stesse cose, ha le tue stesse percezioni, chiuso nel suo giaccone col naso coperto dalla sciarpa per non prendere il raffreddore. Mi piace la tristezza e la nostalgia della nebbia; non vedere il paesaggio oltre una certa misura…
A volte mi domando, “ma chi ce la fa fare” di andare a correre con qualsiasi condizione atmosferica, con il buio, il freddo e tutto cio’ che la stagione invernale ci puo’ offrire.
Credo che tutto stia nella filosofia del podista amatore, che sposa l'ambizione dei miglioramenti cronometrici con il piacere di correre per divertirsi.Perche’ poi, nonostante la fatica, alla fine ci si sente soddisfatti…
1 commento:
Ciao Ivana,
ho letto con molta attenzione le tue riflessioni sulla nebbia.
Le tue sono parole che esprimono e trasmettono ciò che effettivamente provi in quelle circostanze.
Purtroppo (o fortunatamente) io le tue stesse emozioni le provo con una giornata di sole e di luce. In fondo sono un siciliano e non poteva essere diversamente.
Un abbraccio e alla prossima fatica.
P.S.: stai attenta al tuo Andrea, sta migliorando tanto e andrà ancora più forte.
Filippo
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