lunedì 6 agosto 2007

LA FORZA DELLA CORSA

Ognuno di noi possiede un cassetto, un quaderno, una scatola o una teca dove custodire un qualsiasi oggetto che possa ricordarci con piacere un evento, un momento importante o una situazione piacevole; oggi mi piace mettere nel mio personale cassetto, quello che contiene tutte le mie (modestissime) "imprese" podistiche, l'immagine del panorama che da i circa 1400mt di altitudine si scorgeva tra gli alberi che ombreggiavano l'ultimo ristoro della Speata (quasi al 10°km); e l'immagine dell'arrivo della gara, dove tutti gli arrivati si congratulavano l'uno con l'altro dal primo all'ultimo per la bella e faticosissima impresa portata a termine: La Speata, una scalata di 12km che dai quasi 600mt della partenza ci ha portato ai 1400mt dell'arrivo. Che non fosse una gara come tutte le altre si è capito subito dopo lo sparo dello starter. Generalmente dopo la partenza c'è chi ride scherza e grida da una parte all'altra del gruppo, ieri il silenzio era quasi assoluto, si sentiva soltanto il rumore dei passi e quello dei respiri già in affanno per la durezza della salita (una pendenza media del 15%). Questo fa capire come tutti temessero e rispettassero questa gara, durissima per i primi 4 km e appena meno per tutto il resto del tracciato.E' proprio per questo che mi piace avere come particolare ricordo il panorama che si vedeva dalla cima come espressione del dislivello e della durezza della gara che è motivo di orgoglio per essere stato uno dei 600 bravissimi runners che ieri hanno terminato la gara.
Anche questo è CORRERE.
Prima di chiudere questo post mi piace ricordare con moltissimo piacere, a tal punto di emozionarmi, l'espressione compiaciuta che aveva ieri Ivana al termine della gara. Lei, che, poco piu di un anno fà, temeva anche la più leggera inclinazione del terreno, è riuscita a finire la gara grazie alla sua immensa forza di volontà e caparbietà.
La forza della corsa.



6 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Andrea, leggo le tue impressioni e le condivido pienamente, come ho con te ieri condiviso gli ultimi chilometri di gara, forse gli ultimi due, se la memoria non mi inganna... non ci siamo scambiati parola, facevamo l'elestico, tutti e due, senza volerlo però, perchè quando la gamba dell'uno girava meglio, quella dell'altro trovava forse qualche difficoltà a restare a ruota... alla fine ci sono rimaste però le stesse sensazioni e le stesse convinzioni: il prossimo anno saremo di nuovo là!
Un abbraccio ed un tenero saluto ad Ivana con i complimenti per l'impresa!

Anonimo ha detto...

E' con orgoglio che sono andato a vedere l'ordine d'arrivo della Speata tuo e di Ivana, vi assicuro che anche durante il travaglio della mia ascensione a quota 1400 ci sono stati pensieri e qualche preoccupazione per voi.Mi congratulo per la vostra prestazione e vi ringrazio comunque per le belle parole e l'amicizia che mi sono state regalate per l'allenamento al Vivaro.
Un abbraccio ai veri campioni di questo sport, Ugo.

Anonimo ha detto...

Caro Andrea,
un rimprovero te lo devo fare (…e me lo devo fare), le donne hanno delle riserve infinite e non bisogna mai dubitare del fatto che riescono nelle imprese dure e difficili. La natura le ha fatte non a caso così ed per questo che ha affidato a loro la cosa più bella ma allo stesso tempo più dura della vita, concepire i figli. E sono convinto che queste donne ci “stupiranno” sempre di più (…..mi riferisco alla maratona care Ivana, Maria Grazia, Rita, ecc. ecc.!!!!!).
Un abbraccio.

Filippo

Anonimo ha detto...

La mia strana Speata
Ho sempre sentito parlare della Speata, del suo fascino, dello spettacolare scenario naturalistico ma soprattutto delle sue pendenze, 12 km tutti in salita senza respiro. Per due anni ho dovuto inghiottire il boccone amaro della rinuncia per l’impossibilità di essere a Roma la prima domenica di agosto, quest’anno finalmente si è prospettata l’opportunità di farla.
Dal punto di vista tecnico non nascondo la delusione non tanto per il risultato ottenuto (ma questo non dipende dalla Speata ma da qualcosa che non ha funzionato nelle mie gambe negli ultimi due km di gara e non credo che sia dipeso dalla durezza del percorso), ma deluso proprio per le pendenze della salita. Me l’aspettavo molto più dura, solo per i primi due km si saliva con difficoltà, per il resto nulla di importante, si riusciva a tenere facilmente un ritmo abbastanza veloce. Forse le esperienze dell’ecomaratone o addirittura delle sky race, che di salite dure ne presentano a volontà, non mi hanno fatto apprezzare appieno la salita della Speata. Antonio Pirottina della Running Evolution, che di gare in montagna ne ha fatte parecchie, appena arrivato mi ha detto “….e questa è salita?”.
In compenso lo scenario naturalistico era meraviglioso, tutto il percorso era immerso nel verde e man mano che si saliva il panorama era spettacolare. E poi l’arrivo con tutta quella gente che ti faceva il tifo come se eri il primo in classifica.
Per concludere e a dirla in parole povere questa Speata mi ha entusiasmato solo a metà e non la definirei una gara da non perdere anche se sicuramente non sarà la mia prima e ultima esperienza.

Anonimo ha detto...

Rispondo a Filippo, facendogli i complimenti per l'impresa, il tempo che hai ottenuto credo che sia tutt'altro che deludente, certamente tu conosci il tuo stato di forma attuale e sai valutare meglio ma, insomma, sei quasi sceso sotto l'ora, va benissimo.
Un piccolo appunto te lo devo fare, non credo sia giusto sminuire la difficoltà di questa gara, sicuramente chi ha corso ecomaratone, skyrace, corse in montagna e quant'altro non avrà trovato particolarmente impegnativo il percorso della Speata, ma per la moltitudine della gente che l'ha corsa questa è una gara difficile, è una salita forse non ripidissima ma è comunque una salita continua di 12 km. e il portarla a termine procura una gioia e una soddisfazione immensa. So che hai scritto la tua personale sensazione ma la Speata è
SALITA, non si può dire "non è nulla di importante", lo è stata, invece,qualcosa di importante, credimi, per tanti atleti che vi hanno partecipato.
Ho visto un orgoglio incredibile negli occhi di Ivana, ho conosciuto un vostro atleta simpaticissimo, Marco Ferri che era esaltato dalla consapevolezza di averla corsa tutta e di non aver mai camminato!!
Un saluto e un abbraccio a Maria,
Jackie.

Anonimo ha detto...

Ciao Jackie,
ti ringrazio per i saluti, per i complimenti e per aver risposto al mio commento perché il confronto di esperienze può solo arricchire.
Condivido appieno quello che hai scritto, la gioia e le emozioni e anche le difficoltà che moltissime persone hanno provato è stata straordinaria.
Il mio era soltanto un giudizio assolutamente personale, è da quando ho iniziato a correre che molti mi hanno parlato della “terribile”salita della Speata, una salita che spacca le gambe e che addirittura lascia i segni anche dal punto di vista fisico. Io non ho assolutamente avuto questa sensazione, mi è sembrata, tranne i primi due km, una salita fattibile e che consente andature piuttosto veloci, ne è dimostrazione le medie di ognuno di noi.
Ripeto, è una valutazione assolutamente personale dettata dalle aspettative che mi ero fatto e non vuole assolutamente sminuire le imprese di moltissimi corridori che magri si cimentavano per la prima volta in una gare del genere.
Circa la mia prestazione, non sono rimasto soddisfatto per come ho chiuso la gara, mi è mancato un po di fondo, può succedere.
So che l’estate non è il tuo periodo migliore, come per me non lo è l’inverno. Ti aspettiamo già per settembre, ormai ci hai abituato a imprese straordinarie.
Un saluto a Ugo a cui propongo per il prossimo anno la Pistoia-Abetone anche se sono sicuro che lui non “tradirà” il suo Passatore.
Filippo